Di Francesco Primo Vaccari*
Il biochar o carbone vegetale è il risultato della pirolisi della biomassa vegetale ed il suo utilizzo come ammendante del suolo è conosciuto da moltissimo tempo, ma è dal 2007 che l’interesse sul biochar cresce in modo esponenziale.
Il biochar è stato recentemente proposto come una delle più promettenti strategie per sequestrare in modo sostenibile il carbonio nel suolo, coniugando l’incremento di fertilità e gli effetti ammendanti con la produzione di energia rinnovabile. Questi aspetti stanno aprendo interessanti prospettive sul ruolo che l’agricoltura potrebbe svolgere nella mitigazione dei cambiamenti climatici e nell’apertura all’agricoltura del mercato dei crediti di carbonio.
I numerosi benefici che la letteratura internazionale ci dimostra avere l’uso del biochar in agricoltura, dagli effetti ammendanti del suolo, a quelli fertilizzanti sono molto incoraggianti e soprattutto fanno nascere l’idea che realmente il biochar possa rappresentare una soluzione efficace in grado di coniugare l’agricoltura con il tema dell’energia e della mitigazione ai cambiamenti climatici. Inoltre i risultati scientifici ci dimostrano come il tempo medio di permanenza del biochar nel suolo sia dell’ordine delle centinaia di anni, rendendo il biochar, un mezzo efficace per contribuire alla strategia di sequestrare in modo stabile il carbonio atmosferico, nel suolo.
Grazie al lavoro svolto dall’Associazione Italiana Biochar (Ichar. www.ichar.org) oggi il biochar è stato ammesso nella lista degli ammendanti per l’agricoltura (Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n° 186 del 12-08-2015), tuttavia ancora non è molto conosciuto e diffuso.
Per questo motivo Ichar organizza annualmente una Scuola di Biochar su di un tema specifico per diffondere le conoscenze su questo ammendante. Nell’edizione del 2017, che si terrà a Firenze, dal 12 al 13 Ottobre, la Scuola sarà orientata sull’applicabilità del biochar come costituente dei substrati di coltivazione impiegati nel vivaismo e come ammendante nei tecnosuoli. La Scuola sarà tenuta da esperti del settore ed è aperta a tutti.
Francesco Primo Vaccari è un ricercatore dell’Istituto di Biometeorologia del Consiglio delle Ricerche di Firenze che ha dedicato gran parte della sua carriera a conoscere i meccanismi attraverso i quali il suolo, o meglio, i vari tipi di suolo, riescono a sequestrare il carbonio disciolto in atmosfera. Negli ultimi anni si sta dedicando a promuovere l’uso del biochar, ovvero del carbone vegetale (quello prodotto nelle antiche carbonaie). Ci sembra un progetto molto interessante, perchè favorisce attività che non solo possono avere un impatto positivo nella lotta al global warming, ma possono favorire attività economiche a sostegno dell’economia forestale.
Per questa ragione abbiamo deciso di ospitare alcuni suoi articoli.
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