Grazie a Majorana, Microsoft fa il salto quantico verso il qubit

Grazie a Majorana, Microsoft fa il salto quantico verso il qubit

L’Italia ci mette le idee, le scoperte, la scienza, gli altri l’industria i dollari e i guadagni. E’ una storia che si ripete e che è destinata a ripetersi, soprattutto quando sono in gioco scoperte e ricerche così importanti come quelle legate al mondo della fisica quantistica. E’ successo nel secolo scorso con Enrico Fermi e la fissione nucleare, succede di nuovo oggi con il qubit, il computer quantistico e i fermioni di Majorana. Anche le date ci riportano in Italia anzi, a quella Italia in cui, un grande fisico scappava a Chicago per sfuggire dal Fascismo e un altro spariva misteriosamente in mare tra Napoli e Palermo.

Proprio l’indomani dell’anniversario della scomparsa di Majorana (27 marzo 1938) ma a distanza di 80 anni, in un articolo pubblicato su Nature, Hao Zhang, Chun-Xiao Liu e Sasa Gazibegovic del QuTech and Kavli Institute of NanoScience, Delft University of Technology insieme a Leo Kouwenhoven della Microsoft Station di Delft (Paesi Bassi), hanno annunciato di essere riusciti a dimostrare l’esistenza dei Fermioni di Majorana.

Si tratta di una scoperta davvero molto importante che non a caso arriva da uno dei poli di ricerca che Microsoft ha allestito in giro per il mondo allo scopo di tagliare il traguardo per primi della corsa al qubit.

I computer quantistici sono computer basati sulla fisica quantistica, cioè la fisica delle particelle subatomiche. I computer quantistici vengono utilizzati per eseguire calcoli difficili o impossibili da eseguire per i normali computer. Al momento sono diverse le grandi corporate e le start up che si stanno concentrando sullo sviluppo di computer in grado di sfruttare il principio di indeterminazione di Heisemberg. Alcune anche con significativi risultati.  Per esempio, Google ha raggiunto la capacità di lavorare su computer con  72 qubit,. Il problema pero’ risiede nel fatto che questi qubit sono rumorosi, sono cioè troppo suscettibili a interazioni e a fluttuazioni che possono causare errori di calcolo. Microsoft ha invece avuto e sostenuto un diverso approccio e anche se al momento non è ancora riuscita ad ottenere dispositivi con qubit, i suoi ricercatori  hanno realizzato una serie di importanti sviluppi quest’anno, tali da lasciar pensare che otterranno un qubit funzionante prima della fine di quest’anno .

Julie Love, direttore dello sviluppo di Microsoft Quantum Computing Business, ha dichiarato in un’intervista poche settimane fa: “Uno dei nostri qubit sarà potente quanto 1.000 o anche 10.000 qubit rumorosi “. In altri termini significa fare un vero e proprio salto di livello nella capacità di progettazione di strumenti di calcolo e questo grazie all’approccio innovativo utilizzato dai ricercatori a Delft. E’ ancora presto per valutare eventuali ricadute in termini industriali, certo è che in questa corsa, il nostro paese non tocca palla.