Sette piccole Terre a 39 anni luce da qui

Sette piccole Terre a 39 anni luce da qui

trappist3Ci sono sette pianeti intorno a una nana fredda che sono fatti di roccia e che hanno la potenzialità di avere non solo un’atmosfera, ma anche oceani di acqua sulla loro superficie.  Fanno parte, insieme alla loro stella del sistema Trappist-1 e a scoprirli è stato il Telescopio spaziale Spitzer.

La Nasa aveva anticipato, nei giorni scorsi che ci sarebbe stato l’annuncio di una clamorosa notizia e oggi nel corso di una conferenza stampa ha illustrato i dettagli di questa scoperta.

La temperatura di superficie dei sei pianeti più vicini alla stella sarebbe compresa tra gli zero e i cento gradi centigradi. Questi corpi celesti potrebbero quindi ospitare acqua allo stato liquido – elemento chiave per la vita come la conosciamo – in condizioni atmosferiche giuste, ma le probabilità sono più alte nei tre nella zona abitabile.

La ricerca, pubblicata su Nature, è stata coordinata dall’università belga di Liegi. La stella, chiamata Trappist-1, è distante 39 anni luce dal nostro pianeta.

“È un sistema planetario incredibile non soltanto perché ospita tanti pianeti ma anche perché tutti sono così sorprendentemente simili alla Terra”, ha commentato Michaël Gillon, che ha condotto il team di studiosi.

Nichi D’Amico, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica:

Questa scoperta è importante non solo dal punto di vista scientifico, ma anche culturale: sapere con sempre maggiore sicurezza che oltre il nostro Sistema solare ci sono luoghi potenzialmente favorevoli alla vita è semplicemente affascinante. La ricerca di pianeti extrasolari è uno degli ambiti in cui l’Istituto Nazionale di Astrofisica è profondamente coinvolto a livello internazionale, con l’eccellenza dei suoi scienziati, strumenti d’avanguardia come il Telescopio Nazionale Galileo e importanti partecipazioni in missioni spaziali di frontiera“.

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Alessandro Sozzetti, astronomo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica:

“Il sistema multiplo di pianeti terrestri transitanti individuato attorno a TRAPPIST-1 e’ straordinario sotto diversi aspetti. Innanzitutto, e’ il primo sistema contenente pianeti di tipo terrestre nella fascia di abitabilita’ (quell’intervallo di distanze da una stella entro il quale un pianeta di tipo roccioso con un’atmosfera puo’ potenzialmente avere acqua allo stato liquido sulla superficie) per i quali sia stato possibile determinare sia pur in modo preliminare la loro densita’, e quindi la composizione interna, scoprendo che sono probabilmente rocciosi come la nostra Terra. In secondo luogo, tre dei sette pianeti del sistema sono soggetti a livelli di irraggiamento da parte della stella centrale simili a quelli che Venere, la Terra e Marte ricevono dal nostro Sole, e se posseggono un’atmosfera di tipo terrestre potrebbero avere oceani sulla superficie. Inoltre, la bassissima luminosita’ e le dimensioni paragonabili al nostro Giove rendono gli eventi di transito dei pianeti in fascia abitabile frequenti e facili da rivelare, aprendo la possibilita’ della caratterizzazione dettagliata delle loro proprieta’
atmosferiche con strumentazione di punta gia’ esistente (come HST) o pronta nel futuro prossimo (come JWST). I pianeti roccoisi potenzialmente abitabili attorno a stelle molto piu’ piccole e fredde del Sole, quali TRAPPIST-1 ,costituiscono dei laboratori eccezionali dove studiare l’impatto sulle proprieta’ atmosferiche (e sul concetto di abitabilita’ stessa) di questi oggetti di storie evolutive molto diverse da quelle da cui ha avuto origine la nostra Terra. In ultima analisi, l’esistenza del sistema planetario di TRAPPIST-1, e in generale il successo della strategia della ricerca di pianeti terrestri attorno a stelle di piccola massa, rende se possibile ancora piu’ urgente moltiplicare gli sforzi per la scoperta e caratterizzazione delle proprieta’ fisiche e delle atmosfere di veri gemelli della nostra Terra, cioe’ pianeti di tipo terrestre nella regione di abitabilita’ di stelle piu’ simili al nostro Sole.”