Il terremoto ha sfregiato il Monte Vettore per oltre 5 km

Il terremoto ha sfregiato il Monte Vettore per oltre 5 km

faglie1Uno sfregio lungo circa 5,2 chilometri è la traccia piu’ evidente del terremoto del 24 agosto scorso ad Amatrice.

A partire dal 24 agosto, le squadre di geologi di EMERGEO, uno dei gruppi operativi di emergenza sismica per i rilievi geologici dell’Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia (INGV), si sono attivate per effettuare le prime indagini sugli effetti dei terremoti sul territorio, concentrandosi sia sugli effetti cosismici primari (ovvero direttamente legati alla rottura del terremoto come fagliazione e fratturazione superficiale) che su quelli secondari(ovvero riconducibili allo scuotimento provocato dalle onde sismiche come frane, scoscendimenti, crolli di massi, liquefazioni, etc).

Frattura superficiale con evidenza di spostamento verticale osservata lungo una faglia attiva.

Frattura superficiale con evidenza di spostamento verticale osservata lungo una faglia attiva.

Obiettivo di queste squadre, investigare l’area epicentrale per una lunghezza totale di circa 40 km tra Castelluccio di Norcia, a Nord, e la Località Ortolano posta a sud del Lago artificiale di Campotosto. Al momento,sono state catalogate informazioni geologiche su circa 2400 punti di osservazione. In generale, nell’intera area investigata sono state segnalate numerose fratture lungo i versanti montuosi e i campi coltivati (questi elementi deformativi risultano spesso ben visibili sul manto stradale), insieme a frane, scoscendimenti e crolli di massi, di piccole-medie dimensioni.Il terremoto è l’effetto dell’improvviso scorrimento relativo delle masse rocciose che compongono la crosta terrestre lungo zone di rottura dette faglie.

In generale, nell’intera area investigata sono state segnalate numerose fratture con orientazione variabile (lungo i versanti montuosi e i campi coltivati, questi elementi deformativi risultano spesso ben visibili sul manto stradale,  insieme a frane, scoscendimenti e crolli di massi, di piccole-medie dimensioni.

faglie2Ad esempio, nell’area di Capodacqua, posta a circa 3 km a sud-ovest di Pescara del Tronto sono state osservate numerose deformazioni gravitative (frane superficiali di piccola dimensione) solitamente insistenti su depositi sciolti o riporti antropici, occorrenti molto spesso in siti caratterizzati da elevata energia di rilievo (pendii ripidi) e da incisioni fluviali o torrentizie piuttosto importanti.

Ed ancora, nell’area situata tra Campotosto e la località Ortolano, interessata dai terremoti del 2009 con la formazione di numerose frane e fratture, è stato possibile osservare come alcune di queste vecchie deformazioni siano state riattivate, mentre non sembra vi siano deformazioni di neoformazione.

Per quanto riguarda le faglie attive rilevate sino ad oggi, lungo la traccia della Faglia del Monte Gorzano, che borda a nord-est il bacino di Amatrice, sono state segnalate fratture cosismiche lunghe pochi metri e discontinue nel suo settore settentrionale, comunque prive di una organizzazione geometrica specifica, mentre nella porzione centro-meridionale non è possibile osservare sul terreno effetti univocamente riconducibili al sisma, né fratturazione evidente a livello superficiale. I piccoli smottamenti osservati sulle rocce meno competenti sembrano pregressi. Eventuali movimenti gravitativi recenti risultano in parte rivegetati e solo raramente si può notare una riattivazione attuale degli stessi.

Il settore della faglia nell’area di Amatrice deve essere ancora investigato a causa dei noti problemi di accesso e della difficoltà nel raggiungere i siti di interesse in questo comune.

Più interessanti dal punto di vista geologico e sismologico sembrano essere i dati raccolti lungo la Faglia del Monte Vettore e la Faglia del Vettoretto, che bordano a nord-est il bacino di Castelluccio.

faglia monte vettoreMuovendosi lungo la Faglia del Monte Vettore e la Faglia del Vettoretto è stata mappata una rottura cosismica di neoformazione caratterizzata da singole fratture/scarpate di faglia di lunghezza massima di 5-6 metri, strutturate in sistemi geometrici regolari (prevalentemente ad enechelon destro, con una direzione media di 125-145°, allineate e continue per circa 5.2 km.

faglieEsempi di rotture cosismiche osservate lungo la Faglia del Monte Vettore. Il rilievo ha permesso di valutare una larghezza della fascia di deformazione cosismica di circa 3-5 m, con un andamento medio di 160° (Figura 2). Le singole rotture del terreno mostrano un rigetto verticale evidente fino ad un massimo di circa 30 cm, con senso di ribassamento verso sud-ovest, e in molti settori anche una componente orizzontale (ampiezza apertura) fino ad un massimo di circa 30 cm (Foto 4). Questa frattura di neoformazione è stata rinvenuta sia sui depositi di versante vicino al piano di faglia in roccia sia sul piano di faglia in roccia (più di 200 dati), dove la deformazione si 5 evidenzia con nastrini bianchi di neoformazione sino a 15-25 cm di spessore, con un andamento medio di 145°-165°(Figure 2, 2b e Foto 5). Tutto ciò (lunghezza, organizzazione geometrica, senso di spostamento, rigetto e relazione con la topografia) suggerisce di escludere che la frattura sia da attribuirsi a fenomeni quali compattazione della fascia detritica per scuotimento o processi gravitativi superficiali della fascia detritica, suggerendo una prima interpretazione come fagliazione superficiale primaria. Tuttavia, effetti dovuti a scuotimento/gravità potrebbero aver contribuito a parte della deformazione osservata; un confronto dettagliato con altri dati come le rilocalizzazioni della sismicità, i dati satellitari (InSAR e GPS) e modelli di inversione di diversi dati sismologici aiuteranno a meglio comprendere e valutare il contributo gravitativo vs la deformazione tettonica.

Gli effetti diretti sono quelli che hanno luogo in corrispondenza dell’intersezione del piano di faglia, che si è mosso, con la superficie terrestre. Qui infatti, lo spostamento avvenuto in profondità si evidenzia con la formazione di fratture allineate con il piano di faglia e che spesso formano un vero e proprio scalino (scarpata di faglia). Questi elementi rispecchiano il movimento sulla faglia in profondità sia come geometria, entità e direzione dello spostamento, e essi generalmente sono associati a faglie geologiche segnate nelle carte tematiche dedicate come faglie attive.

Altri effetti diretti del terremoto sono il ribassamento/sollevamento di porzioni della superficie terrestre (frecce gialle nella figura sopra) che possono essere osservate con metodi di studio sia terrestri che satellitari (geodesia e telerilevamento). Quando queste deformazioni sono di entità ingente possono produrre effetto superficiali visibili anche a occhio nudo come ad esempio fenomeni di impaludamento, inondazione, o emersione di porzioni importanti del territorio.

Tra gli effetti indiretti, quindi non necessariamente legati al movimento sul piano di faglia ma solo come risposta allo scuotimento prodotto dal terremoto, la fratturazione senza organizzazione geometrica regolare, la liquefazione e le frane sono i più comuni.
La liquefazione ha luogo in presenza di depositi sciolti, a prevalenza sabbiosa e saturi in acqua, quindi la osserveremo preferibilmente in piane alluvionali e costiere. Il passaggio dell’onda sismica crea delle sovrappressioni nei livelli saturi che porta alla loro liquefazione (perdita di coesione del terreno fino ad assumere un comportamento tipico dei fluidi) e alla conseguente migrazione del materiale liquefatto verso la superficie. Le frane vengono innescate dalle accelerazioni del terreno su versanti acclivi e generalmente instabili anche in condizioni normali.

Ad eccezione del fenomeno della liquefazione di cui non sono ancora pervenute segnalazioni, tutti gli altri effetti sembrano essere stati prodotti nell’area epicentrale del terremoto di Amatrice del 24 agosto 2016.