Due scosse, la prima di magnitudo 5,4 e la seconda di 5,9-6,0 della scala Richter hanno colpito nella serata di oggi l’Appennino centrale, nella zona compresa tra Norcia a Sud e Camerino a Nord, lungo il versante del Nera. ”Va detto con chiarezza: tra la prima scossa e la seconda c’è una bella differenza in termini di energia liberata. La seconda scossa ha generato un’onda sismica 15 volte piu’ potente di quella generata dalla prima dell 19.11”. Lo ha spiegato Enzo Boschi, ordinario di sismologia a Bologna.
”La scala Richter misura l’energia prodotta dal terremoto e non ha un andamento direttamente proporzionale, ma esponenziale, per cui anche solo un punto di differenza, in termini assoluti significa davvero molta energia in piu’ tra un terremoto e un altro”.
Tuttavia, ribadisce Boschi ”non ci dobbiamo sorprendere dalla sequenza sismica in atto. Si tratta di due scosse normali che rientrano nella normalità di una zona sismica come è quella dell’Appennino centrale, una area peraltro molta attiva da almeno 30 anni e cioè dal terremoto di Norcia, nel 1979 e che ha conosciuto terremoti anche più forti di 7 gradi della scala Richter. Si tratta – spiega Boschi – di scosse forti ma assolutamente non irresistibili che permettono, con le tecnologie attuali, di mettere in sicurezza cose e persone, invece si continua a non fare nulla e ad assistere tutte le volte a queste sceneggiate con le persone in lacrime per strada, i crolli, le passerelle dei politici e i soldi della ricostruzione”.
Si deve mettere mano fin da subito a un piano per la messa in sicurezza delle case e degli edifici pubblici, spiega Boschi “almeno a cominciare dalle aree a maggior rischio. In Turchia, ma anche in Nuova Zelanda e in Giappone, sono riusciti a mettere in sicurezza il territorio davanti a eventi molto piu’ forti dei nostri, noi ancora non ci riusciamo, è incredibile“.
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