Potrebbe non essere sempre un bene ridurre drasticamente i livelli di colesterolo nel sangue e anche di quello all’interno delle nostre cellule. Secondo uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Milano guidato da Caterina La Porta e pubblicato sulla rivista Scientific Reports, ”una prolungata diminuzione del contenuto in colesterolo delle membrane cellulari può provocare un accumulo anomalo di proteine, che a sua volta può favorire l’insorgenza di una malattia
neurodegenerativa”.
Si tratta di una proteina piuttosto importante, poiché è coinvolta nello sviluppo
del cervello e nella sopravvivenza dei neuroni. Mutazioni nel gene che codifica per la neuroserpina portano alla produzione di una versione anormale della proteina, che tende ad attaccarsi alle sue simili formando aggregati all’interno dei neuroni. Questi accumuli anomali, a loro volta, provocano la FENIB, una malattia neurodegenerativa ereditaria molto rara, caratterizzata da demenza ed epilessia.Nel complesso, questi risultati suggeriscono che trattamenti a lungo
termine con le statine possono innescare l’aggregazione della neuroserpina,
anche in assenza di una predisposizione genetica. Il che non significa necessariamente che chi prende le statine si ammalerà di FENIB e saranno necessari ulteriori studi per chiarire questo aspetto. Di certo, però, l’aggregazione di proteine non è un processo normale. Inoltre, la neuroserpina non è l’unica proteina che potrebbe essere influenzata dalla diminuzione del colesterolo delle membrane. ”Ci siamo concentrati sulla neuroserpina ma non possiamo escludere che l’alterazione delle membrane e del sistema di trasporto intracellulare possano provocare l’aggregazione anche di altre proteine – spiega Caterina La Porta – inoltre, gli aggregati di neuroserpina sono stati associati non solo alla FENIB, ma anche ad altre malattie neurodegenerative meno rare, come l’’Alzhemier”. Se da un lato sappiamo che abbassare il colesterolo nel
sangue può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, dall’altro non
conosciamo ancora bene le conseguenze di una cronica diminuzione di colesterolo
a livello delle membrane cellulari.
”Cio’ che abbiamo dimostrato in questo articolo è che la neuroserpina, anche in assenza di mutazioni dannose, può accumularsi in seguito a un calo drastico della concentrazione di colesterolo”, conclude La Porta. ”Saranno comunque necessari ulteriori studi per capire meglio le interazioni fra membrane cellulari, colesterolo e l’aggregazione anomala delle proteine”.
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