Soffocati e intossicati, fumo primo killer nell’incendio di Londra

Soffocati e intossicati, fumo primo killer nell’incendio di Londra

C’è chi si è lanciato volontariamente dalla finestra o chi ha lanciato il proprio figlio. E c’è chi invece è accidentalmente caduto per fuggire dalle fiamme. Tutti gli altri sono soffocati, intossicati o bruciati vivi. E’ agghiacciante ma è proprio così che sono morte le vittime del terribile incendio della Grenfell Tower, grattacielo di edilizia popolare nell’ovest di Londra. Il principale killer dell’incendio non è stato il fuoco come invece ci si può aspettare, ma quasi sicuramente il fumo. “In tragedie simili il fumo uccide prima delle fiamme, per fortuna”, spiega Fabio Cibella, pneumologo dell’Istituto di biomedicina e di immunologia molecolare “Alberto Monroy” del Consiglio nazionale delle ricerche di Palermo. “‘Per fortuna’ davvero perchè il fumo uccide in pochi minuti, mentre essere arsi vivi richiede più tempo”, aggiunge l’esperto. Il fumo può uccidere in due modi diveri. “Il primo pe soffocamento, ovvero riducendo l’ossigeno”, spiega Cibella. “L’altro per intossicazione. Nell’edificio bruciato molti i materiali plastci, vernici, solventi. Il fumo provocato dalla loro combustione – continua – è un vero e propri veleno per il nostro organismo. Può provocare irritazioni acute talmente gravi da essere velocemente fatali”.
Tra i sopravvissuti molti versano in gravi condizioni. “Probabilmente ustioni più o meno estese sia dentro che fuori”, dice Cibella. “Oltre ad aver inalato sostanze tossiche e quindi irritanti – sottolinea il medico del Cnr – le vie aeree di alcuni sopravvissuti potrebbero aver subito ustioni più o meno gravi che richiedono il ricovero in terapia intensiva. Inalare il gas caldo puo’ danneggiare l’intero apparato respiratorio, compromettendo gli scambi gassosi”. E quindi compromettendo la funzionalità respiratoria. A qualcuno sembrerà di respirare fuoco. Per il troppo dolore, c’è chi avrebbe preferito morire quella terribile notte anzichè agonizzare in un letto d’ospedale. Ma non c’è niente che le vittime avrebbero potuto fare per salvarsi dalle fiamme. Una volta divampato l’incendio il grattacielo diventa una trappola infernale. “Come nel film ‘L’inferno di cristallo’ non si può entrare e nè uscire”, spiega Cibella. “L’edificio – continua – diventa impraticabile anche per i soccorritori. L’unica cosa che le vittime potevano fare era chiudersi nel proprio appartamento per ritardare l’inevitabile”. In questi casi bisogna agire prima che avvenga la tragedia. “Si può agire solo sulla prevenzione, utilizzando materiali ignifughi e prevedendo sistemi d’allarme più efficienti”, conclude.