La mano bionica con il tocco

La mano bionica con il tocco

Si tratta di una innovazione davvero importante: una mano bionica che non solo è in grado di muoversi su impulso del paziente, ma è anche in grado di calibrare la presa sulla base del riscontro che ha quando prende tra le dita un oggetto. In altri termini restituisce il tatto, al paziente.

E’ questa la principale innovazione della mano bionico su cui i team guidati da Loredana Zollo dell’Università Campus Biomedico di Roma e da Rinaldo Sacchetti, direttore del Centro protesi di Budrio (Bologna) dell’Inail stanno lavorando già da qualche mese e che tra poco dovrebbe vedere la sua prima sperimentazione proprio al Policlinico del Campus Biomedico.

La più importante novità del nuovo studio è rappresentata dalla sfida di riuscire a progettare, sviluppare e realizzare un sistema completamente impiantabile ed evoluto di mano bio-meccatronica, con interfacce neurali che dal moncherino del paziente comunichino via wireless con la protesi, consentendo al paziente la manipolazione fine degli oggetti. Le più avanzate protesi commerciali, al momento, consentono a un amputato solo di afferrare e rilasciare oggetti. Per la prima volta, inoltre, i ricercatori cercheranno di predisporre un sistema in grado di garantire un impianto di durata più prolungata rispetto ai limiti sperimentali finora autorizzati. L’integrazione di questa soluzione è prevista entro il 2020, anche grazie ai risultati delle sperimentazioni cliniche e pre-cliniche già in programma nel 2016 e nel 2017.

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