Dopo il ritorno sul morbillo ecco una nuova cattiva notizia anche sul fronte dell’influenza. In Europa, e soprattutto in Italia (più 15 cento), quest’anno sono aumentati i decessi per complicanze da infezioni per virus influenzale.
Ricciardi: “Senza la vaccinazione, nella popolazione fragile il virus aggredisce di più”.
Lo scorso inverno all’epidemia influenzale è stato associato un tasso di mortalità nella popolazione anziana più elevato rispetto alle attese. In base ai dati del network EUROMOMO per il monitoraggio della mortalità, a cui partecipano 19 paesi europei, si è osservato un eccesso di decessi per tutte le cause nelle ultime due settimane di dicembre 2016 e nelle prime quattro di gennaio 2017 in Italia, come in Francia, Spagna e Portogallo, per rientrare nei valori attesi a fine febbraio.
Il dato peggiore è stato osservato in Italia con un incremento stimato del 15per cento, e nella settimana di picco del 42 per cento, rispetto al valore atteso e potenzialmente attribuibile all’epidemia influenzale.
A contribuire all’incremento della mortalità in questo scorcio di stagione invernale è stata la particolare virulenza dell’epidemia di virus A/H3N2 associata a una bassa copertura vaccinale negli anziani, di cui si sta osservando un decremento progressivo fino a scendere sotto la soglia del 50 per cento, nonostante l’obiettivo minimo dell’e del Ministero della Salute sia il raggiungimento del 75% della copertura tra gli ultrasessantacinquenni e tra i soggetti con condizioni di rischio.
“Ogni anno nei laboratori di tutto il mondo vengono formulate diverse combinazioni dei ceppi vaccinali previsti per la stagione successiva per cercare di arginare la diffusione dell’epidemia – spiega Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – La campagna vaccinale è importante perché nella popolazione anziana, anche laddove la formulazione non è perfetta, è in grado di attenuare la virulenza e di favorire un decorso clinico migliore prevenendo comunque almeno il quaranta percento della mortalità. I dati europei – continua il Presidente – ci dicono anche che nei paesi dove la copertura vaccinale è maggiore e le raccomandazioni sono estese anche ad altri gruppi di popolazione l’eccesso osservato è stato di gran lunga inferiore”.
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