Dalle immagini radiologiche una mappa delle lesioni “spia” di violenza domestica

Dalle immagini radiologiche una mappa delle lesioni “spia” di violenza domestica

Boston – L’immagine di una radiografia può raccontare terribili storie di violenza domestica mesi o anni prima che la vittima trovi il coraggio di chiedere aiuto. A creare una mappa dettagliata di tutte le lesioni sospette è stata un gruppo di radiologi del Brigham and Women’s Hospital di Boston (Usa) in uno studio presentato in occasione del meeting annuale della Radiological Society of North America.

I ricercatori hanno individuato modelli clinici e radiologici comuni che potrebbero rappresentare un campanello d’allarme per individuare le vittime di violenza da parte del partner. E di conseguenza, aiutarle offrendo l’assistenza multidisciplinare di cui hanno bisogno. Dall’analisi delle cartelle cliniche di 185 pazienti visitati al pronto soccorso, e che sono rientrati nel programma dell’ospedale che si occupa di assistenza alle vittime di violenza da parte del partner, i ricercatori sono riusciti a creare una sorta di mappa delle lesioni sospette.

Nella mappa sono state include le lesioni dei tessuti molli (gonfiore, ematoma o contusione) e le fratture degli arti che spesso coinvolgono le estremitàa’ distali superiori, le quali suggeriscono tentativi difensivi. Un’altra lesione comunemente osservata sono state le fratture del viso. Sul fronte clinico, i ricercatori hanno anche identificato che le vittime di violenza domestica spesso presentano sintomi fisici o psicologici non direttamente correlati all’abuso, suggerendo così la necessità di protocolli di screening per identificare questi pazienti.

I ricercatori hanno anche presentato dati e casi che illustrano come le immagini radiologiche possano rilevare situazioni di violenza domestica mesi o anche anni prima che un paziente cerchi aiuto. “Le immagini non mentono e possono a volte dirci qualcosa di più del paziente in questa situazione”, ha detto Bharti Khurana, autrice dello studio. “Nell’ambito del pronto soccorso, la priorità è  identificare le patologie acute e quindi le vecchie fratture o le deformità correlate alla frattura che potrebbero non essere considerate sufficientemente importanti. Ma la presenza di fratture vecchie e acute puo’ essere fondamentale per la diagnosi di violenza“, ha concluso.