Aumentano iniziative del progetto Sanità di Frontiera di Ois

Roma – Curare le ferite del corpo e dell’anima senza guardare la cittadinanza, garantendo assistenza a migranti, minori non accompagnati, soggetti vulnerabili. È questa la mission ambiziosa portata avanti dall’Osservatorio Internazionale per la Salute Onlus che, insieme a Consulcesi Onlus, ha promosso il progetto Sanità di Frontiera. Frontiera intesa non solo come luogo fisico, dove approda il migrante stremato da un lungo viaggio; le nostre stesse città sono disseminate di “quartieri di frontiera”, dove per i soggetti più emarginati anche le cure primarie sono spesso un miraggio.

Il Presidente di OIS, Francesco Aureli, durante il periodico direttivo del Comitato Scientifico dell’Osservatorio che continua ad arricchirsi di autorevoli esponenti del mondo istituzionale e sanitario, affiancandosi a figure di spicco come Pietro Bartolo, medico simbolo di Lampedusa, ha illustrato gli obiettivi di OIS. Promuovere sul territorio italiano la ricerca, lo studio, lo sviluppo, la diffusione e lo scambio di modelli e strumenti di intervento innovativi di supporto alla salute dei migranti e delle comunità di accoglienza; migliorare l’accesso dei migranti ai servizi medici e psicologici, con particolare focus sulla salute psico-fisica di donne migranti, dei minori e dei minori non accompagnati, in fase di prima accoglienza e integrazione. Il tutto, attraverso la formazione degli operatori sanitari al fine di accrescere le loro conoscenze e le competenze sui temi connessi alla salute dei migranti; lo sviluppo di strumenti tecnologici e digitali in ambito medico-sanitario; l’attivazione la gestione di Unità Mobili per l’assistenza medico-sanitarie destinata alle fasce vulnerabiliricerche e indagini conoscitive sulla salute dei migranti e delle comunità di accoglienza; attività di advocacy per contribuire al miglioramento e al cambiamento delle politiche di settore.

Un progetto di spiccata sensibilità sociale che ha ricevuto il sostegno da parte anche della Santa Sede mediante l’Obolo di San Pietro, e di cui il presidente di Consulcesi Onlus e ideatore del progetto Sanità di Frontiera, Massimo Tortorella, ha avuto modo di parlare direttamente con Papa Francesco.

«Tanti i progetti che Ois sta portando avanti – spiega Pietro Bartolo – per l’assistenza, sanitaria e non, nei confronti di chi arriva dall’altra parte del Mediterraneo, dedicandosi agli ultimi, ai più deboli: anche i nostri poveri hanno bisogno del nostro sguardo e della nostra attenzione»

«Continua l’impegno di OIS Onlus e Sanità di Frontiera – sottolinea Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi Onlus – per tutelare il benessere collettivo e incentivare la formazione dei medici, italiani e non solo, che si trovano sempre più spesso a confrontarsi con la realtà delle migrazioni. Il prossimo passo, però, è quello di unire le forze e fare rete tra esponenti del mondo sanitario, Terzo Settore e imprenditori per accrescere il capitale umano, professionale ed economico che mettiamo a disposizione in tutela dei più deboli. «L’arricchimento di nuove figure di eccellenza all’interno del comitato scientifico dell’Osservatorio – continua Tortorella – ci rende orgogliosi ed è un ulteriore sprone a fare sempre di più e meglio».

Dal canto proprio Consulcesi Onlus annuncia il suo nuovo contributo ai progetti di OIS Onlus con una interessante novità. «Siamo pronti a una nuova donazione, per ribadire quanto crediamo in Sanità di Frontiera, e stavolta lo faremo in criptovalute. Questo perché l’expertise tecnologica maturata all’interno del Gruppo Consulcesi ci spinge a puntare sul grande potenziale della tecnologia Blockchain anche nella charity, come già accade con AidCoin ed Helperbit, in modo da garantire a chi sceglie di supportare le onlus la piena tracciabilità e trasparenza delle somme donate. Queste grandi potenzialità potranno essere declinate anche direttamente in ambito sanitario per la tracciabilità dei dati medici dei migranti che sbarcano in Italia».

«Ringrazio tutti i partecipanti per il loro prezioso contributo, – conclude Francesco Aureli, Presidente di OIS – in particolare molto significativi gli interventi dell’onorevole Federico Gelli, Responsabile del Rischio in Sanità di Federsanità Anci e il dottor Stefano Vella, Direttore del Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Istituto Superiore di Sanità. In un momento di grande attualità perché si parla tanto delle migrazioni e dell’integrazione, noi riteniamo che attraverso la protezione del diritto alla salute riusciremo a migliorare e facilitare quello che è il percorso di integrazione dei migranti, degli stranieri residenti e dei migranti in arrivo e in transito».

Durante il direttivo dell’Osservatorio Internazionale per la Salute Onlus si è tracciato un bilancio delle attività portate avanti in questi mesi, tra cui il progetto “IL GIARDINO”, realizzato in partenariato con Beyond Lampedusa e con Inter Campus e Fiorentina Camp, pensato per ridurre la povertà educativa a Palermo dei minori coinvolti, contribuendo alla loro crescita ed educazione attraverso lo sport, l’arte e la musica che coinvolgerà 60 bambini e 30 ragazzi.

Tra le altre iniziative:

  • Lampedusa – “Salute e migrazione: curare la salute oltre i confini”, corso residenziale con focus su operazioni di sbarco e di prima accoglienza.

  • Roma, Centro Astalli – “Salute e migrazione: curare e prendersi cura”, corso residenziale con focus sulle problematiche psicologiche dei migranti.

  • Roma, Croce Rossa Italiana – “Salute e migrazione: curare e prendersi cura”, corso residenziale con focus su barriere invisibili, ostacoli culturali, possibili traumi subiti dai migranti e conseguenti patologie psico-emozionali.

  • Roma, Medici Senza Frontiere e Save The Children – “Salute e migrazione: l’approccio interculturale alla vulnerabilità e la cura del minore migrante”, corso residenziale con focus sulla multiculturalità e sulla salute dei minori stranieri non accompagnati.

  • L’Unità Mobile a San Ferdinando (RC). Il Progetto Sanità di Frontiera ha attivato una partnership con MEDU (Medici per i Diritti Umani) che ha permesso di rinnovare e riattivare, nel sud d’Italia, una Unità Mobile, nel territorio della Piana di Gioia Tauro, in Calabria. L’Unità Mobile ha fornito assistenza medico-sanitaria ed orientamento socio-legale e sui diritti del lavoro ai braccianti stranieri presenti nella zona, impiegati nella raccolta stagionale degli agrumi.

  • La prima indagine conoscitiva realizzata in Italia sull’impatto del fenomeno migratorio nel lavoro degli operatori sanitari.

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