Un embrione (di topo) sviluppato fuori dall’utero

Un embrione (di topo) sviluppato fuori dall’utero

Un embrione di topo è stato fatto sviluppare fuori dall’utero, grazie a una intelaiatura tridimensionale. A riuscirci  un gruppo di ricercatori della Cambridge University, che hanno pubblicato oggi su Science i risultati delle loro ricerche.

I ricercatori, che hanno pubblicato lo studio sulla prestigiosa rivista Science, hanno utilizzato sia cellule staminali embrionali di topo, geneticamente modificate, che tstaminali extraembrionali trofoblasti, preposte alla formazione della placenta. Assemblate insieme in una matrice extracellulare tridimensionale: l’insieme ha iniziato ad auto assemblarsi e a crescere, con un’architettura molto vicina a quella dell’embrione naturale. “Sia le cellule embrionali che quelle extraembrionali iniziano a comunicare tra loro e si organizzano in una struttura che sembra e si comporta come un embrione”, spiega Magdalena Zernicka-Goetz del Dipartimento di Fisiologia, Sviluppo e Neuroscienze, che ha guidato la ricerca. “Ha regioni anatomicamente corrette che si sviluppano nel posto giusto e al momento giusto“.

“Sapevamo che le interazioni tra i diversi tipi di cellule staminali sono importanti per lo sviluppo, ma la cosa sorprendente che il nostro nuovo lavoro illustra è che si tratta di una vera e propria partnership: queste cellule si guidano veramente l’un l’altra “, ha aggiunto. “Senza questa collaborazione, il corretto sviluppo della forma e l’attivita’ tempestiva dei meccanismi biologici fondamentali non avvengono correttamente”.

Diciamo subito – ha spiegato Giuseppe Novelli, genetista e Rettore dell’Università di Tor Vergata – che è improprio definirlo un embrione artificiale. Anche se loro usano questa espressione siamo davvero lontani anni luce dal poter affermare che si tratti di un embrione vero e proprio. Tuttavia, occorre riconoscere che si tratta di un passo in avanti decisivo che apre e concretizza la possibilità di realizzare un giorno organi a partire dalle cellule staminali“. 

La grande novità che i ricercatori inglesi hanno raggiunto, è quella di essere riusciti a dare una forma e una complessità ad un ammasso di cellule staminali che altrimenti non avrebbero potuto esprimersi così come avviene nelle normali fasi di sviluppo di un embrione e il segreto di questo esperimento, sta nel fatto che sono riusciti a dominare la terza dimensione” ha concluso.