E’ appena entrato in libreria per Bollati Boringhieri, il nuovo libro di Richard Francis, ”Addomesticati”. Il prossimo 28 settembre alle ore 18 a Torino, presso la Chiesa di San Filippo Neri, l’autore parteciperà’ ad un incontro insieme a Shaun Ellis, che ha trascorso 18 mesi in compagnia di un branco di lupi.
Quasi tutte le specie antenate degli attuali animali domestici si sono estinte da tempo. Non c’è più traccia dell’uro, il maestoso bovino primordiale, né del gatto ancestrale, né dei piccoli cavalli antichi o dei suini e dei bovini primitivi. Resta solo il lupo, «padre» riconosciuto di tutti i nostri cani. Dal punto di vista evoluzionistico, insomma, lasciarsi addomesticare dall’uomo conviene: è una specie di assicurazione contro l’estinzione. Prima e innanzi tutto, la domesticazione è un fenomeno evoluzionistico vistosamente accelerato, nel quale la prossimità con l’uomo agisce come un potente fattore selettivo che favorisce il tratto della docilità.
Solo che la biologia delle specie coinvolte è complessa e piena di vincoli interni, e pertanto l’incremento della docilità porta sempre con sé numerose alterazioni anatomiche e comportamentali, in qualche modo collegate tra loro in maniera misteriosa. Gli uomini primitivi hanno selezionato un certo numero di specie animali in maniera assolutamente inconsapevole, ottenendo caratteristiche spesso comuni a tutte quante: orecchie afflosciate, vistose alterazioni scheletriche, aggressività ridotta, socialità accentuata e una generale diminuzione delle dimensioni del cervello. Gli scienziati la chiamano «sindrome da domesticazione», una specie di «pacchetto tutto compreso», da prendere o lasciare, in cambio di un pasto sicuro e un rifugio all’ombra degli umani. Sono questi i tratti comuni a tutte le specie domestiche. Non solo cani e gatti (ai quali Francis dedica un capitolo ciascuno), ma anche maiali, pecore, capre, bovini, cavalli, cammelli, renne e perfino gli ultimi arrivati sotto il riparo della domesticazione: i procioni, sempre più comuni nei cortili delle case degli Stati Uniti.
A fronte di una variabilità morfologica strabiliante (si pensi alle enormi differenze che ci sono tra un danese e un chihuahua!), gli animali domestici mostrano invece un’incredibile uniformità genetica: il DNA dei cani è praticamente identico a quello dei lupi, il che apre interessanti quesiti sui meccanismi evolutivi coinvolti, magistralmente esposti dall’autore di questo libro.
Ma c’è di più. Gli ultimi tre capitoli di questo saggio straordinario parlano dell’addomesticamento dell’uomo. A quanto pare noi umani ci siamo infatti «auto-addomesticati» senza volerlo, selezionando in noi stessi la docilità reciproca e accelerando in questo modo la nostra evoluzione e la nostra adattabilità. Sotto questo profilo l’evoluzione della specie umana assume una luce nuova e inaspettata, tutta da scoprire.
Richard C. Francis è un saggista scientifico. Dopo il conseguimento di un Dottorato di ricerca in Neurobiologia presso la Stony Brook University, New York, Francis ha pubblicato numerose ricerche specialistiche in neurobiologia evoluzionistica e sviluppo sessuale lavorando presso la University of California a Berkeley e la Stanford University. Tra i suoi libri citiamo Why Men Won’t Ask for Directions (2005) e Epigenetics. The Ultimate Mystery of Inheritance (2011). ddomesticati è il primo libro dell’autore pubblicato in italiano.
Mercoledì 28 settembre, ore 18.00 | Chiesa di San Filippo Neri, Torino
UOMINI TRA CANI E LUPI
RICHARD C. FRANCIS e SHAUN ELLIS
Shaun Ellis ha trascorso diciotto mesi della propria vita insieme a un branco di lupi selvatici, condividendo con loro tane e prede. Al lupo, padre riconosciuto di tutti i nostri cani, si è interessato anche Richard C. Francis, autore di Addomesticati (Bollati Boringhieri, appena entrato in libreria) studioso dei meccanismi che abbiamo messo in atto, fin dalla notte dei tempi, per ammansire non solo gli antenati degli attuali animali domestici, ma per no noi stessi. Un dialogo sulla capacità del tutto umana di renderci simili ai lupi, inseguendo la nostra parte più ferina, o docili come cani, addomesticando ciò che di selvaggio ci pulsa dentro. Perché nell’animale c’è tutto questo: un cuore di tenebra che inquieta, un richiamo che affascina, un monito a non perdere se stessi.
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