Il 78 per cento, ossia 8 adolescenti su 10 per rendere l’idea più chiara, ha già almeno un profilo proprio sui social network approvato dai genitori, altri hanno un profilo fantasma di cui il padre e la madre non sono a conoscenza. E’ quanto emerge dal report dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, su un campione di 11.500 adolescenti italiani dagli 11 ai 19 anni, che mette in luce come i ragazzi crescano sempre piu’ allo sbaraglio in rete e come questo porti ad un incremento degli episodi di cyberbullismo soprattutto tra i bambini e i pre-adolescenti e che il bullismo sessuale sia un problema sempre più diffuso a partire dagli 11 anni di eta’. Ad anticipare i dati che saranno presentati il proossimo 21 ottobre nel corso di un convegno a Roma alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, e’ Maura Manca su Blog Italia di Agi.
“Nella rete della rete – spiega la psicologa esperta dell’eta’ evolutiva – nascono nuove funzioni e nuove modalità di utilizzo che attirano sempre più bambini, adolescenti e adulti ad usufruire sistematicamente dei servizi di internet. Le nuove funzioni dei singoli social network ruotano sempre piu’ intorno alla istantaneita’, alla condivisione immediata e totalitaria della propria vita, alla dissolvenza, come le “storie” della durata di 24h, o l’anonimato stile Saraha o ThisCrush che, per fortuna, non hanno preso cosi’ piede tra gli adolescenti semplicemente perché loro hanno bisogno di un pubblico che li rinforza e li sostiene”. I dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza evidenziano invece il problema sempre più emergente legato all’Hate Speech o ”commenti e discorsi di odio”, anche tra i piu’ piccoli.
Parliamo di oltre 2 adolescenti su 10 che dichiarano di scrivere intenzionalmente dei commenti negativi nei confronti di un’altra persona e di indirizzare messaggi di odio verso altri, ovviamente coperti dalle distanze di sicurezza della rete. Le femmine sono più aggressive dei maschi tra gli 11 e i 13 anni, nonostante diventino con il passare del tempo bersaglio dei cyberbulli e degli odiatori. I dati sottolineano anche come le ragazze manifestino un profilo di rischio per lo sviluppo della dipendenza da smartphone più dei maschi, legato ad un uso compulsivo di chat e social, un umore e autostima condizionati dal numero di like e dall’approvazione social, un controllo delle notifiche anche durante la notte.
I ragazzi, invece, risultano meno influenzati dai social e più incentrati sui videogiochi e video su YouTube, più a rischio per il binge watching, ossia le abbuffate che fanno di video e serie in streaming. I ragazzi pero’ risultano essere più violenti in rete, infatti un’elevata percentuale dei cyberbulli sono maschi e anche più a rischio per la propria incolumità a causa delle challenge o sfide social legate ai selfie pericolosi, in cui si mette a repentaglio la propria vita pur di dimostrare il proprio coraggio e cercare di rendere virale una foto o un video, oppure quelle alcoliche in cui ci si riprende in condizioni di ubriachezza o in cui si abbuffano di alcol.
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