Ancora brutte notizie per il nostro Pianeta. Dopo aver stabilito con larghissimo anticipo che il 2016 è l’anno più caldo di sempre, ora si aggiunge un nuovo allarme. Nel 2015 le concentrazioni di anidride carbonica (CO2) in atmosfera hanno superato la fatidica soglia delle 400 parti per milioni (ppm) in tutto il mondo e per l’intero anno. A dirlo è stata l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), secondo la quale “siamo in una nuova era per il clima”.
La colpa di questa situazione non è de El Nino, quel fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico, che probabilmente ha solo contribuito ad alimentare l’aumento della CO2. La responsabilità è quasi sicuramente dell’emissioni di gas serra, in quanto le concentrazioni di CO2 non accennano a diminuire neanche ora. «L’evento di El Nino è scomparso, i cambiamenti climatici restano», dichiara il segretario generale dell’Omm, Petteri Taalas. «Il 2015 – continua – resterà nella storia nella misura in cui le concentrazioni record di gas a effetto serra annunciano una nuova realtà climatica». Stando alle previsioni della più anziana stazione di sorveglianza dei gas ad effetto serra, le concentrazioni di CO2 resteranno al di sopra di 400 ppm per l’intero 2016 e non scenderanno sotto tale livello per molte generazioni.
“In circa 800mila anni, nel nostro mondo la concentrazione di CO2 non è mai stata così alta come oggi”, commenta Antonello Provenzale, direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche. “La soglia delle 400 ppm è più un simbolo, o meglio un segnale che bisogna fare subito qualcosa per sperare di poter tornare indietro e ristabilire l’equilibrio del nostro Pianeta”, dice. “E’ evidente che non possiamo piu’ negare – continua Provenzale – il ruolo delle nostre emissioni di CO2 sui cambiamenti climatici e sul riscaldamento globale. Ora si tratta di capire cosa possiamo fare per migliorare le nostre previsioni e proiezioni, o cosa possiamo fare per adattarci”.
Dello stesso avviso è Antonio Navarra, presidente del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. “Il raggiungimento della soglia delle 400 ppm è un valore simbolico che ci ricorda che le concentrazioni di CO2 nell’atmosfera sono aumentate di circa il 20 per cento da quando si sono iniziate a misurare intorno agli anni Cinquanta. Questo significa che, in concreto, la situazione non è migliorata rispetto allo scorso anno o a 5 anni fa. E che le emissioni di CO2 non rallentano anche perchè i recenti accordi di Parigi non sono stati ancora implementati”.
Quali saranno gli effetti del raggiungimento di questa soglia record difficile dirlo. “Al momento le nostre proiezioni suggeriscono che l’aumento delle emissioni di CO2 sta cambiando il nostro clima, intensificando alcuni eventi: piove di più quando e laddove piove, e fa più secco quando e laddove c’è siccità”, sottolinea Provenzale A preoccupare l’esperto sono in particolare i possibili effetti sulla costa Nord del Mediterraneo. “Già da 10 anni – dice – è evidente una maggiore tendenza all’aridità e alla siccità. “A preoccupare non è il destino di singole specie animali, ma come noi essere umani reagiremo a eventuali cambiamenti dell’ecosistema”.
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